martedì 25 novembre 2014

Un mese a Natale

Si, mancano trenta giorni a Natale, ieri era Pasqua, qualche ora fa si partiva per le ferie, qualche minuto fa ne siano tornati... corre il tempo, corre davvero forte che quasi si vorrebbe fermarlo. Bello sarebbe accoccolarsi tranquilli a pensare e fare un'analisi dell' accaduto... Tutto però vortica, tutto si confonde e Natale è lì, a un tiro di schioppo...
Com'erano le attese del Natale, quanta trepidazione, che voglia di vedere qualche luminaria, qualche Albero addobbato, magari un po' in anticipo, uno sguardo verso il cielo plumbeo, quasi a voler scorgere qualche fiocco, la frenetica corsa verso il termometro fuori che inesorabilmente segnava 10 gradi... Oh, ma il Natale si avvicinava e l'attesa si faceva frenetica, qualche vestito nuovo, le scarpe nuove, il rispolvero della scatola delle statuette del Presepio, rispolvero della scatola, non dei personaggi: quello avveniva dopo l'Immacolata, tassativamente, la prova della fila di lucine, immancabilmente non funzionante e sapientemente aggiustata dalla calma di mio padre che ne provava le lampadine una ad una, riuscendo, con mia grande meraviglia a riciclare, ancora una volta il tutto... Poi c'erano le prove della Corale Parrocchiale, andavo volentieri, molto. Dapprima come voce bianca, avevo meno di dieci anni, poi via via fin nel coro degli uomini dove stante la perfetta intonazione e la conoscenza della musica ho preso il mio posto fisso nei bassi... Andavo senza obbligo, mi piaceva e mi piacerebbe proprio... Che musiche! Mi bastava sentire l'inizio del “Puer Natus” o del “Gloria” del Vittadini, in latino, IN LATINO!!! Perdio! Quel bel latino fluente delle preghiere e dei canti, per provare un brivido di piacere lungo la schiena, era sufficiente il silenzio fra una strofa e l'altra di Jesus Bleibet Meine Freude di Bach, cantato in tedesco, a quattro voci, per capire cosa fosse la musica, quale meraviglia il cantare sottovoce, modulare il suono, il rendere carica la melodia con un “forte” comunque garbato e non urlato... Ricordi, ricordi feroci che mi fanno commuovere ogni volta che sento un Adeste fideles cantato come dico io che mi impediscono di parlare quando risento nella mente il suono delle nostre Campane, con la “C” maiuscola davvero, dei concerti solenni “cun i Campan in pè”, le corde gelide che tagliavano le dita, con Sandro che dirigeva e che bacchettava con un cenno del capo se qualcuno si distraeva e sbagliava l'attimo in cui “mollare” la corda... con il nostro Don Fabio che non ti risparmiava uno scappellotto di approvazione se facevamo bene... Era una festa davvero, anche la preparazione, anche l'attesa.. ed era questo il Natale per me... Ho provato a cantare una messa di Natale con accompagnamenti di chitarre, canti recenti, belli fin che vuoi ma ottimi per un falò sulla spiaggia, intercalati da “le bionde trecce gli occhi azzurri e poi” di Battisti, cantata a squarciagola alla Luna in preda al vino, non in attesa della nascita del “Bambin”... Non so, sarò pure un retrogrado e conservatore ma vedere bimbi obbligati ad imparare per settimane recite da rappresentare poi sull'altare durante la S.Messa di Natale, solo per il gusto dei genitori, che reputo personalmente perverso... mah, per me ha poco a che fare con il giorno che dovrebbe essere il più bello dell'anno.
Oggi aspetto il Natale così: guardo i miei figli fare e rifare la letterina a Babbo Natale... ho provato a dir loro che da noi passa Gesù Bambino... ma il Panzone rosso con le sue fetentissime renne ha maggior influenza, sarà perchè probabilmente lo si vede più lui in tv che il Berlusca durante la campagna del '94 o perchè 'sta magia del villaggio finlandese e degli gnomi che confezionano regali per i bimbi buoni ha surclassato la scassatissima e fredda stalla di Betlemme; metto un bel cd di canti natalizi (anni fa si diceva “metto un disco”, un bel 33 giri della RCA, nero e lucido... ahhh) e ne canticchio "sotto" la voce dei bassi, mi carico la pipa che poi non fumo e mi siedo davanti al camino acceso, uno sguardo fuori e uno allo smartphone, alla mia Stazione Meteo online che inesorabilmente segna 10 gradi o qualcosa in più...
Natale arriva, è lì, a un tiro di schioppo. Et nos ovanti gradu festinemus.
Lele