lunedì 14 ottobre 2013

Il Pianista

Silenzio, un silenzio diligente, interessato, vigile a cogliere la prima nota, il Teatro è pieno, persone stivate con gli sguardi fissi verso la luce bianca del palcoscenico. Buio e qualche riflesso dal loggione impaziente, silenzioso, accorto... 
Il silenzio di sente ancora di più e come l'inizio della pioggia iniziano a fluire note e arpeggi. I martelletti sobbalzano ai comandi del Pianista e su, e su, la musica prende vita, dapprima timida poi salendo sempre più colorita e sicura... si adagia su bianche  e molli nubi di pianissimo per evolversi in ritmati allegretti e poi verso temporali di forte e poi giù ancora a rendere ovatta una dolce melodia... Gli occhi sono catturati, le espressioni annullate, ipnotizzate davanti alla maestria delle  mani che domano e comandano l'avorio dei tasti...  Le note escono quasi impalpabili e le dita così veloci quasi a non toccare la tastiera si allungano a sfiorare i diesis e  rendono magico l'inchistro dello spartito. Tutto è oramai incantesino, passione, tutto tùrbina verso note mai sentite, verso un insieme di suoni sublimi che salgono al cielo e toccano le stelle lassù nella volta trapunta... E su, su ancora, il suono percorre il Mondo e l'Universo e per tutti esiste solo quel pianoforte, quel pianista, quelle mani prodigiose che rendono onore alla Musica e  all'Arte... Il tempo e lo spazio si sono deformati e non hanno più senso di essere nei confronti del suono che avvolge e che penetra nelle vite di ognuno...
Il pezzo è alla fine... l'ultima nota ha vibrato sugli affreschi del soffitto è passata timida fra i palchi, sul loggione è uscita nel foyer ed ha raggiunto le altre nel firmamento... E' di nuovo silenzio, un silenzio che precede gli applausi e le ovazioni, il silenzio che dura una frazione di secondo ma che tutti rispettano, il silenzio che permette alla musica un'uscita esclusiva senza essere intaccata da ciò che non è più puro e semplice come le note degli spartiti.
Applausi, una salva di applausi e di persone che si alzano e chiedono non troppo timidamente il bis, applausi che non perdono forza ed esplodono quando il pianista si alza e si inchina con un sorriso... Non è più tempo per il bis ma a tutti resta il cuore pieno e la mente occupata da quanto ascoltato, impossibile pensare a qualcosa di diverso...
Quel pianista quella sera di tanti anni fa mi donò un'emozione unica, antica e genuina... Ho assaporato un momento di struggente bellezza, mi sono inebriato di suoni che mi hanno fatto trasalire come se avessi intaccato misteri inviolabili. Quel pianista era mio fratello.
Lele