martedì 29 gennaio 2013

 Tramonto

...e così, nei momenti di scoramento più totale guardavo il giorno morire e seguendo nei suoi colori lontane scie di pensieri volanti, avrei voluto aggrapparmicisi per annullare l'angoscia che mi tormentava...

Lele

lunedì 14 gennaio 2013

L'impresa

... tempo di ciclismo, di biciclette, di sport. Tempo di tappe memorabili, di RaiSport, di Pantani, della sua pelata lucida, delle smorfie di Coppi, della Borraccia con la "B" maiuscola di Bartali, delle camere d'aria a tracolla di Binda, di Moser e delle sue ruote lenticolari e del mai contento Fignon... povero Laurent, è vero, i migliori se ne vanno via sempre prima... Questo breve racconto non parla di campioni, di televisione, di "dopo tappa"... Parla del sudore vero, di quello che spremiamo noi "mortali" , parla di ruote d'acciaio, di biciclette pesanti, di una borraccia piena di cedrata e di kinder cereali infilati in tasca...

Estate, caldo, sudore e sole, asfalto quasi bianco, rovente di pomeriggi senz'aria, cicale e grilli a rompere l'opprimente silenzio della Pianura.
 Mattino e siamo già "infornati" anche se nella notte un briciolo di vento ha spazzato quell'afa tremenda che caratterizza anche il nostro umore. Caldo.
Chissà dov'è arrivato. Qualche ora fa Gigi è partito per Vicosoprano, senza bagaglio dopo una frugale colazione. E' sparito nelle turbolenze della strada calda; un timido saluto, un cappellino in testa.
 Gigi è partito in bicicletta. Pazzia. Non so se è stata una pazzia, mio padre e mia madre non hanno battuto ciglio. Apprensione, guardo dalla finestra del bagno ed abbraccio una bella fetta di Appennino, aguzzo lo sguardo, mi sembra quasi di vederlo pedalare rasente la riga bianca... Sogno.
La mattina è trascorsa, è partito da quattro ore. Chissà dov'è? Chisà cal fiö là! dice mia madre a mio padre mentre oramai si stà chiudendo il cancello e la partenza è imminente... Partiamo."Papà, vai forte che lo prendiamo" è il mio ritornello e lui, occhiali da sole e sigaretta doma la Tipo con pacatezza, quasi con voluta lentezza, quasi a voler ritardare...  I paesi volano, ci lasciamo alle spalle mezza Valtrebbia, iniziano le salite, le gallerie... un gruppo di ciclisti... al gh'è no lü e via, Bobbio, la Valtrebbia "vera" e poi Marsaglia... Qui si fa dura, basta un po' di gas e il quattro cilindri Fiat scivola su per Salsominore... curva... mi par di vederlo là sulla salita dopo Ruffinati... non è lui. Già me lo immaginavo seduto sul guard-rail, la bici malamente poggiata, una smorfia di dolore... no, è passato di qui senza lasciare traccia... Continuiamo. La salita si fa sentire, si arrampica... come avrà fatto? Un falso piano, la diga di Boschi... bella salita ora... la galleria... e giù, una picchiata per riprendere un po' fiato e dar modo alle gambe di "mollare" un po'. Confine. Fine Emilia Romagna - Inizio Liguria. L'asfalto è ben più ruvido, la salita è insidiosa eppure... curva, rettilineo, salita, curva... Il ponte sull'Aveto. Mancano sei chilometri a Vicosoprano, sei chilometri con poco meno di cinquecento metri di dislivello... Ho il cuore in gola al solo pensiero di pedalare su questa strada, di sfidare questa salita tremenda eppure qualcuno l'ha fatta poco fa... Mio padre guida spedito, quasi pensieroso, anch'egli con la mente a Gigi, a suo figlio ciclista che ha sfidato strada, chilometri e salite interminabili... Vicosoprano. Abbandoniamo l'auto malamente ai piedi dello "scalone" di Pravilla, saliamo in casa, è aperta... un tuffo al cuore...è arrivato allora! Entriamo, la bici sfinita poggiata all' ingresso, briciole di uno spuntino sul tavolo, Gigi dorme sul divano, sereno. Sorrido. Mi sovviene una visione di lui che arranca in salita, che pedala leggero e solca la Valle immota nel sole dell'estate, sento il sibilo del battistrada caldo sull'asfalto e l'ansare a tempo con la cadenza dei pedali... Mi sveglio, sento l'odore della maglietta ancora bagnata di sudore e del grasso con cui la sera prima ha lubrificato la catena e il pignone... "odore di sport" mi dico orgoglioso e senz'altro ritorno leggero all'auto a dare una mano a scaricare...

Si, saranno passati vent'anni da quell'impresa memorabile. Gigi ha sfidato la "strada per Vico" senza un briciolo di allenamento ed è arrivato in poco meno di sei ore. Centotrenta chilometri.
Quanto tempo è passato eppure mi ricordo la sera prima della partenza, la tensione, la mia apprensione... avevo paura che non ci riuscisse...
Oggi pedalo anch'io, mi sono rimesso d'impegno dopo anni di ozio e per questi giorni freddi e nebbiosi mi sono comprato dei "rulli" da camera per allenarmi comunque in casa con la mia bicicletta... Chissà se un giorno riuscirò anch'io a partire per Vicosoprano dimenticando a casa l'automobile?
ripropongo questa foto della mia attuale compagna di pedalate, al tempo usata da Gigi nell'"impresa"

giovedì 10 gennaio 2013

Tramonto sul Ragola

... proprio l'ultima luce
 un ultimo sole arrossa la neve,
 rende timido colore a ciò che sarà monòcromo
 a ciò che vivrà solo della fredda luce delle stelle...
Salirà il vento a disperdere nebbie,
a muovere rami nudi
a rendere meno cruda l'attesa di un nuovo giorno...

Lele

Dedicata all'amico Silvano "L'Asconese" Romairone, ispiratore di questo blog, saggia voce "fuori dal coro", grande fotografo , uomo giusto.

mercoledì 2 gennaio 2013

Buon Anno


Buon anno a chi? A me? Sicuro? Buon anno trascorso? A cui ripenso e del quale ancora oggi non ho capito alcuni aspetti o buon anno che verrà con tutte le sue incognite? Mi sento Edward Norton ne La 25^ ora, ne sorrido
Auguri? A me? Si, ne ho bisogno, ne ho bisogno tanti e che non restino solo a parole o nei messaggi che ho conservato nel cellulare... auguri. Sorrisi, strette di mano, un ultimo brindisi, un ultimo bicchiere di pinot poi ognun per sè, chi davanti ad una cena luculliana, chi con gli amici, chi con la speranza di poter   sfogare voglie mai soddisfatte, chi nel casino, chi come me, insieme a mia moglie,   davanti al camino con un buon bicchiere, la pipa con un ottimo tabacco e la piacevole chiacchiera. Sottofondo di musica classica appena percettibile, archi e percussioni si alternano a gentili ottoni e ad un pianoforte veramente magistrale... Rilassamento, un sorriso, una boccata dalla Stanwell ancora in "rodaggio"... Fuori la fredda notte, il frastuono del nefando divertimento,   vere e proprie detonazioni e lampi frutto di arte pirotecnica fatti brillare in un cielo nero senza stelle... 
Le lancette coincidono, me ne accorgo per l'aumentare del rombo...,  "Auguri amore", "Auguri, nini".
 Il telefono mi vibra fra le dita per l'ennesima volta...
Auguri, sembra di essere al fronte, sembra di essere sotto ad un bombardamento... la crisi??? Credo che i "fuochi" siano gratis... non penso ci sia qualcuno tanto prodigo per poter schierare una simile batteria di sparo senza dover chiedere un prestito... la crisi, già... E' passata la mezzanotte da qualche minuto, Elisabetta è andata a letto, mi soffermo davanti alle braci e ne assaporo il tepore... la crisi è comunque palpabile, esco in giardino, non si spara più, la battaglia di Stalingrado è terminata, i botti sono finiti, i soldi pure, qualcuno si saluta, portiere di auto si chiudono... Rientro, chiudo la porta a mia volta... Auguri. Ancora? Ho perso troppe persone, davvero, ho vissuto troppe cose negative nei vari dicembre della mia vita, ho visto troppo nero e troppo fondo alla fine di alcuni anni ormai lontani... non ho più voglia di festeggiare, di ridere spensierato, di ubriacarmi genuinamente, di vedere l'alba dell' anno nuovo, di dare una pacca sulle spalle all'anno passato, di congedarmi da esso con un sorriso... Mi tolgo le scarpe, entro cauto nella stanza dei bimbi, dormono tranquilli... Entro in camera da letto, Elisabetta dorme serena, le labbra socchiuse, l'accarezzo e le do un bacio... Buio, mi sdraio vestito sulle coperte, guardo il soffitto appena rischiarato dalla Luna sorta, ripenso a tante cose, ripenso ad un Capodanno di trent'anni fa, a casa di parenti, ad un Capodanno a Vicosoprano, a un veglione a Rocca d'Aveto... Ripenso a quanto passato, sento auguri lontani, ai quali al tempo non ho dato peso e che oggi mi servirebbero davvero, sento strette di mano, credo di essermi addormentato ma continuo a rivivere la mia vita, modificandone alcuni aspetti per renderla meno dura anche se già vissuta, ne limo gli spigoli più appuntiti, ne levigo le schegge più penetranti, la rendo ovattata e anecoica, come realmente la vorrei... con Elisabetta, con Viola e Riccardo, con gli amici, con Fabrizio, Silvano, Alessandro, Matteo, Andrea, con tutti gli altri, con mio padre e mia madre che si raccomandano di andare piano in macchina e con Gigi che mi chiede se andiamo a bere una birra al pub... Un rumore, un boato sordo mi fa tremare... la casa ha vibrato, qualche allarme suona... qualcuno ha trovato un ordigno inesploso e lo ha fatto detonare... Risveglio, fuori stà rischiarando, sono  ritornato alla realtà, triste... E' vero, i sogni svaniscono all'alba, anche se è il Primo dell'Anno.
Buon Anno a tutti, di cuore.
Lele