13 dicembre, Santa Lucia.
Il giorno di Santa Lucia, quasi trent'anni fa.
...erano giorni che Gigi ed io stavamo a rimirare i
regali che Gesù Bambino inavveritamente aveva depositato in anticipo
sotto l'albero... una pista delle macchinine Polistyl e un
piccolo plastico con un treno elettrico Lima stavano
oziosi in un angolo del soggiorno, illuminati da crepitanti lucine
natalizie, in attesa di essere demoliti da noi due furie
scatenate...
Era freddo, molto, una neve sottile e ghiacciata aveva già dalla notte imbiancato la Pianura ed aveva vetrificato gli alberi,
nessuno in giro, ogni tanto un trattore ferragliava sulla strada con
la lama per la "calà", ogni tanto un'auto cautamente
avanzava a passo d'uomo.
Mio padre era a casa dal lavoro, mia madre spremeva
ore di straordinari in una biblioteca di Pavia, i lavori per la casa
nuova erano iniziati e assorbivano gran parte delle risorse della
famiglia... Mancava nulla ma si era "al risparmio"... tutto
era centellinato e le spese da affrontare erano attentamente vagliate
dai miei genitori.
La via era bianca, un uomo piegato contro le
raffiche del vento avanzava scomposto... un impermeabile, un
cappellaccio, una cassetta da venditore ambulante a tracolla; alto,
macilento, i baffi bianchi di gelo, merce povera, calze di spugna,
fazzoletti di carta, aghi e fili: uno spaventapasseri in balìa degli
elementi... Camminava e si avvicinava alle palazzine ove
al momento abitavamo, provò ad alcuni citofoni, nessuna risposta,
desistette... "guarda papà... c'è uno che vende... ma è un
matto sicuro!" risi. Mio padre non si scompose, accese una
sigaretta, si calcò in testa il colbacco e si avviò verso la
porta... Ci precipitammo alla finestra. Nella neve confabularono, il giovane scuoteva il capo, mio padre
continuò a parlare, allargò le braccia e con un gesto amichevole
indicò la strada per casa nostra..."ma cun stò freg"...
sentii dire a mio padre... Entrarono, le scarpe, le spalle, il
cappello pieni di neve... "eh, ostia, non ho proprio venduto
niente oggi!" disse il giovinastro mentre già il colorito stava
tornando ed un sorriso stentato illuminava il suo sguardo... Mio
padre aprì il cassetto della scrivania, trasse il portafoglio e dal
portafoglio l'unica banconota presente, un cinquemila lire... un
cinquemila lire di "Antonello da Messina", marrone,
sgualcito... No, No, non ho il resto, ma figuriamoci capo... cinc
mila franc? no! Dai, dammi i fazzoletti di carta, il
"frescolino" (deodorante per ambiente, n.d.L.) e
quelle calze lì... Ma non ho il resto, rispose implorante lo
spaventapasseri... "Ciapa e va" disse mio padre con
già in mano i poveri oggetti acquistati porgendo la banconota...
"Non so cosa dire..." disse incredulo... "Ghet
da di nient",disse mio padre " Grazie, grazie" rispose commosso
il venditore cercando la porta... Uscì sorridendomi ed ancora
oggi mi ricordo i suoi occhi lucidi e l' impermeabile bagnato
fradicio...
Rincasò a sera mia madre, una giornata di lavoro,
un viaggio interminabile nella neve...uno sguardo alla scrivania...
"Pietro, cos'hai comprato!, lo sai, non è il caso di spend..."-
"Angela!"- interruppe dolcemente mio padre, "ne aveva
meno di noi"... Ora che anche la mamma era rincasata
l'atmosfera si faceva rilassata, il tepore domestico contrastava il
vento e la neve là fuori, Astro del Ciel suonava da un 33
giri sullo stereo..."è Natale poi" continuò guardando noi
due bambini... Mia madre scrollò il capo sorridendo, mi padre accese
l'ennesima sigaretta, ed io mi immaginai quell'uomo a casa,
finalmente davanti al fuoco, con i suoi bimbi in attesa dell'arrivo
di Gesù Bambino...
Lele
Mi sono ricordato di questo fatto l'anno scorso nel periodo natalizio, l'ho pubblicato su Facebook come "Racconto di Natale 2011", lo ripropongo oggi, 13 dicembre, Santa Lucia.
Mi sono ricordato di questo fatto l'anno scorso nel periodo natalizio, l'ho pubblicato su Facebook come "Racconto di Natale 2011", lo ripropongo oggi, 13 dicembre, Santa Lucia.
Bellissimo e commovente
RispondiEliminagrazie Silvano. Mi sembra ieri invece ero un bambinetto... alcuni gesti rimangono nella mente a vita.
RispondiEliminaGrazie ancora, un abbraccio.