lunedì 5 marzo 2012

 Il Cane

Un marzo di tanti anni fa, sera...
... una tersa sera, un tramonto infuocato, mille luci tremolanti all' orizzonte e una chiara atmosfera sovranaturale... ritornavo in bicicletta  a Marzano da Torre d'Arese, pedalavo come un forsennato per "battere il record"... Ponte del Cavo, il "Muron", il Rossi che stà ancora arando il campo... il Cimitero, centinaia di lumini, centinaia di graniti scolpiti... Un cane nel fosso lì davanti. Morto.
Toh, l'avranno investito, povera bestia, un cagnolone beige, pelo raso, rallento, noto solo un rivolo di sangue dalla bocca, gli occhi spalancati...
Ancora qualche pedalata ed ecco casa mia... vedo la 131 del papà, è già arrivato, vedo gli amici che giocano a pallone nel cortile, mi scappa lo sguardo; un cane trotta con un pane in bocca verso il Cimitero... ci devo capire dentro qualcosa... Volto la bici e con discrezione seguo il cane... si ferma, mi fermo, scende nel fosso e seguita a trottare verso l'altro cane investito. Trattengo il fiato, so cosa succederà fra poco... Il cane deposita il pane fra le zampe del morto e inizia con il muso a spingere il compagno rigido e freddo, con insistenza, quasi con rabbia, per volerlo per forza svegliare. E continua, continua e vorrei cacciarlo per evitare a entrambi, questo momento di pena... Non si rassegna, continua con le zampe ma l'altro, inesorabilmente, continua a fissare il vuoto, con gli occhi vitrei e assenti...  Riprendo a respirare, guardo verso il tramonto, guardo verso le colline... un aereo avanza brillando all' ultimo sole... "E le chiamano bestie..." mi dico con la mente ingombra dalla scena appena vista. Ritorno a casa, gli amici sono tutti in cortile... non ho voglia di giocare, non ho voglia di sorridere non ho voglia di parlare. Quella sera, la cena aveva un sapore amaro.
Lele

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