mercoledì 22 febbraio 2012

Il Fungo

Campo Sportivo di Pescin, Vicosoprano, un tardo pomeriggio di molti anni fa.
La partita era finita, il "Cattaragna Furiosa" aveva battuto il Selva, i Prevetti stavano riordinando il bar mobile caricando il trattore con l'invenduto, la gente iniziava a spostarsi. Gruppi a piedi, automobili in manovra,   , due ragazzi sudati, una sigaretta in bocca, un pacchetto di Marlboro nella manica della maglietta stavano arrotolando uno striscione manoscritto "Selva Alcoolika", apostrofati da quelli di Cattaragna, vincenti e strafottenti...
Gli amici sono già per strada, qualcuno è riuscito a trovare un passaggio, qualcuno come me si sta godendo quel momento di pace che è l'arrivo della sera...
Mi incamminai per la Strada delle Vacche, più breve della provinciale che già il Sole dava colore alle Vette più alte; scintillavano i ripetitori sul Maggiorasca, il Penna abbracciava il suo Pennino, le pietre dell'Aiona ardevano del rosso tramonto e l'Angelo del Crociglia ci annunciava, con un alito di brezza, l'arrivo del fresco... Camminavo, lo sguardo al suolo, un bastone a toccare tutto quello che incotravo ed ecco... qualcosa è biancheggiato, un passo indietro... Mi stava guardando, ne sono sicuro ed è la sensazione che ho ancora oggi quando trovo un Porcino. Sulla ripa, lì a portata di mano, un bel Porcinetto era in attesa di essere colto... Pulii accuratamento l'intorno e toc, segno di assoluta freschezza, il fungo stava fra le mie mani... un'emozione che mi hanno sempre raccontato, un emozione che finalmente stavo provando...
Continuai a camminare verso il Paese e vi arrivai in una mezz'oretta... Era sera, poca gente in giro... "Oh Paveise, te l'è truau???" mi apostrofò Giuan de Carlin (soprannominato Funsou), gli sorrisi e continuai la mia marcia trionfale verso casa... "Oh bagai cos' te g'hè lì?" un uomo mi sbarrava la strada, sorrisi anche a lui, ma mentre stavo per passargli di fianco mi sentii strappare il fungo e fermatomi, sorpreso, chiesi il perchè. "Questo fungo non è buono, venite qui da Milano, cogliete i funghi e poi state male"... "lo faccio vedere a mio papà, lui li conosce..." ..."cosa vuoi che sappia tuo papà non sa un belino di funghi..." Per inciso mio padre  oltre ad essere un genio della matematica aveva una cultura generale da far impallidire e nella fattispecie non solo conosceva i funghi ma probabilmente avrebbe potuto scriverne un trattato... Altro che "non ne sa un belino"... Avevo otto o nove anni, mi venne in mente il papà, a Pavia, al lavoro, mi si riempirono gli occhi di lacrime e fuggii verso la cima del paese.
Del fungo non mi importava più niente, quell'uomo aveva dato un giudizio su mio padre senza magari neppure averlo mai visto...
Passarono gli anni, molti. Era una domenica, un tardo pomeriggio di un week-end di fine agosto... i ragazzi di Vicosoprano avevano vinto in Pescin, non so contro chi. Prima di partire per Pavia feci un salto giù al Cimitero per un saluto alla zia Giò e a tutti quelli che ho conosciuto a Vico... Scorrevo i nomi sulle lapidi ed ecco, quel viso, ma chi è? Mah!... Ecco!... "I funghi, mangiali all' Inferno..." Guardai i monti, ripensai a mio padre, sorrisi...
Lele

2 commenti:

  1. E' singolare come in tutti i paesi ci sia sempre qualcuno che debba apostrofare i villeggianti come invasori senza considerarli come sono in realtà, persone che amano come loro e forse più di loro questi paesi. E poi chissà perché se la prendono sempre con i bambini! Bel post! Ciao, Silvano

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  2. Grazie Silvano, purtroppo "per colpa di qualcuno" a volte vanno di mezzo tutti ed è facile "bollare" come inospitali le genti di montagna...

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